martedì 24 maggio 2016

Voi che sapete da "Le Nozze di Figaro" di W.A. Mozart

W.A. Mozart
Le Nozze di Figaro, ossia “La Folle Giornata” (K 492) è un'opera lirica di Wolfgang Amadeus Mozart ed è la prima delle tre opere buffe italiane scritte dal compositore salisburghese su libretto di Lorenzo Da Ponte.

Musicato da Mozart all'età di ventinove anni, fra l'ottobre del 1785 e il 29 aprile dell'anno dopo, il testo era tratto dalla commedia “Le mariage de Figaro” di Beaumarchais (autore della trilogia di Figaro : Il barbiere di Siviglia, Le nozze di Figaro e La madre colpevole).

Le Nozze di Figaro vennero rappresentate per la prima volta al Teatro Burgtheater di Vienna il 1 maggio 1786 e la prima rappresentazione in Italia si ebbe parecchi anni dopo al Teatro La Scala di Milano il 27 marzo 1815.






Riassunto in breve


L'opera Le Nozze di Figaro è in quattro atti e ruota attorno alle trame del Conte d'Almaviva, invaghito di Susanna, la cameriera della Contessa, sulla quale vorrebbe imporre lo "ius primae noctis".
La vicenda si svolge in un intreccio serrato e folle, in cui donne e uomini si contrappongono nel corso di una giornata di passione travolgente, piena di eventi drammatici e comici.
Alla fine di questa "folle giornata" i "servi" si dimostrano più nobili e intelligenti dei loro padroni.
L'opera è per Mozart (e prima di lui per Beaumarchais) un pretesto per prendersi gioco delle classi sociali privilegiate e debosciate dell'epoca.
L'intera vicenda può anche essere letta come una metafora delle diverse fasi dell'amore: Cherubino e Barbarina rappresentano l'amore acerbo, Susanna e Figaro l'amore che sboccia, il Conte e la Contessa l'amore logorato e senza più alcuna passione, Marcellina e don Bartolo l'amore maturo.







Personaggi principali:
Il Conte di Almaviva, Grande di Spagna (baritono)
La Contessa di Almaviva (soprano)
Susanna (soprano), promessa sposa di Figaro
Figaro cameriere del Conte (basso-baritono)
Cherubino, paggio del Conte (mezzosoprano)
Marcellina, governante (mezzosoprano)
Bartolo, medico di Siviglia (basso)
Basilio, maestro di musica (tenore)
Don Curzio, giudice (tenore)
Barbarina (soprano), figlia di Antonio
Antonio, giardiniere del Conte e zio di Susanna (basso)
Coro di paesani, villanelle e vari ordini di persone.



Brani celebri:
·         Ouverture
·         Non più andrai, farfallone amoroso - aria di Figaro, Atto I
·         Se vuol ballare, signor contino - aria di Figaro, Atto I
·         La Vendetta - aria di Bartolo, Atto I
·         Via resti servita, madama brillante - duetto tra Susanna e Marcellina, Atto I
·         Porgi amor qualche ristoro - prima aria della Contessa, Atto II
·         Voi che sapete che cos'è Amor - aria di Cherubino, Atto II
·         Hai già vinta la causa...Vedrò mentr'io sospiro - aria del Conte, Atto III
·         Riconosci in questo amplesso - sestetto, Atto III
·         Dove sono i bei momenti - seconda aria della Contessa, Atto III
·         Canzonetta sull'aria - duetto tra la Contessa e Susanna, Atto III
·         Tutto è disposto...Aprite un po' quegli occhi - recitativo e aria di Figaro, Atto IV
·         Deh vieni, non tardar - aria di Susanna, Atto IV
·         Ah, tutti contenti - Finale, Atto IV





"Voi che sapete"

Nella sua seconda e più celebre aria, il paggio Cherubino è invitato a intonare davanti alla Contessa la canzone che lui stesso ha composto e che, nel corso del primo atto, aveva affidato a Susanna affinché la leggesse "a tutte le donne del palazzo". Proprio Susanna lo accompagna con la chitarra, in realtà "simulata" dal pizzicato ben scandito degli archi dell'orchestra, mentre il resto dell'accompagnamento è fornito dagli strumenti a fiato (meravigliose, a proposito, quelle tre note che i corni che suonano quasi all'inizio, nella quarta misura): si tratta dunque di un brano "diegetico", che si immagina cioè cantato (e non parlato) anche all'interno della finzione scenica, come altre celebri arie dell’opera lirica (si pensi alla serenata di Don Giovanni nell’omonima opera di Mozart o – per restare dalle parti di Beaumarchais – a quella di Lindoro ne "Il Barbiere di Siviglia"). Per questo motivo la melodia, il ritmo e l'accompagnamento musicale – almeno a una prima impressione – appaiono assai semplici e schematici: la magia di Mozart, però, consiste proprio nel dare vita a momenti di grande poesia e bellezza anche attraverso costruzioni esili ed essenziali.
Trattandosi dell’esibizione di un ragazzo emozionato davanti a una dama di cui è dichiaratamente invaghito, gli allestimenti dell’opera ricorrono talvolta alla trovata di mostrare all’inizio del brano un Cherubino timido e titubante, che progressivamente – man mano che la canzone procede – si fa sempre più sicuro di sé e acquista coraggio. Il fatto che il testo della canzone renda espliciti i suoi turbamenti amorosi, peraltro, non può certo aiutare il paggio a sentirsi a proprio agio durante il canto!








Testo

Voi che sapete
(Atto II, n.12)


“Voi che sapete 
che cosa è amor, 
donne vedete 
s'io l'ho nel cor. 
Quello ch'io provo 
vi ridirò; 
è per me nuovo, 
capir nol so. 
Sento un affetto 
pien di desir, 
ch'ora è diletto, 
ch'ora è martir. 
Gelo, e poi sento 

l'alma avvampar, 
e in un momento 
torno a gelar. 
Ricerco un bene 

fuori di me. 
Non so ch'il tiene, 
non so cos'è. 
Sospiro e gemo 
senza voler, 
palpito e tremo 
senza saper. 
Non trovo pace 
notte, nè dì, 
ma pur mi piace 
languir così. 
Voi che sapete 

che cosa è amor, 
donne, vedete 
s'io l'ho nel cor.


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