Franz Liszt |
Tre sonetti di Petraca S.270 musicati da Franz Liszt
S. 270
1. Benedetto sia 'l giorno (Sonetto 47 del Petrarca)
2. Pace non trovo (Sonetto 104 del Petrarca)
3. I' vidi in terra angelici costumi (Sonetto 123 del Petrarca)
Liszt ha messo in musica tre Sonetti dei Francesco Petrarca, dapprima in una versione per canto e pianoforte (1844-1845), poi nella più nota trascrizione per pianoforte solo del 1854. È qui notevole l’aderenza della musica ai valori emozionali del testo letterario.
Il primo sonetto “Benedetto sia ‘l giorno”, raffigura perfettamente
l’esaltazione e lo slancio dell’innamoramento attraverso una melodia sempre
molto espressiva e sensuale, ricchissima di tensione e chiaroscuri.
Il secondo
Sonetto, “Pace non trovo”, è invece pervaso dai profondi contrasti e
sbalzi emotivi causati da un amore non corrisposto; essi vengono resi in musica
con un uso ardito e straordinariamente moderno dell’armonia.
Del tutto opposto
il terzo Sonetto, “Io vidi in terra”, con un’atmosfera rarefatta e
paradisiaca scaturita da una visione idealizzata e platonica del sentimento
amoroso. La sublimazione della passione è rappresentata con un’accuratissima
ricerca timbrica: il pianoforte è fonte di sonorità impalpabili e celestiali
che anticipano le conquiste dell’impressionismo francese.
Francesco Petrarca |
Laura e Petrarca |
S.161 “Deuxième année: Italie”
- Sposalizio ispirato al dipinto di Raffaello “Sposalizio della Vergine”, nella tonalità di Mi maggiore.
- Il penseroso ispirato alla statua “Il pensieroso” scolpita da Michelangelo (che oggi si trova nella Basilica di San Lorenzo a Firenze), nella tonalità di Do diesis minore.
- Canzonetta del Salvator Rosa” (in realtà la canzonetta “Vado ben spesso cangiando loco” è di Giovanni Bononcini)
- Sonetto 47 del Petrarca in Re bemolle maggiore
- Sonetto 104 del Petrarca in in Mi maggiore
- Sonetto 123 del Petrarca in La bemolle maggiore
- Après une lecture de Dante: Fantasia Quasi Sonata (da una lettura di Dante) in Re minore.
Testo:
Benedetto
sia 'l giorno
(Sonetto LXI tratto da “Il Canzoniere” di Francesco Petrarca.)
“Benedetto sia 'l giorno, e 'l mese, e l'anno,
E la stagione, e 'l tempo, e l'ora, e 'l punto
E 'l bel paese e 'l loco, ov'io fui giunto
Da'duo begli occhi che legato m'ànno;
Ch'i' ebbi ad esser con Amor congiunto,
E l'arco e la saette ond' i' fui punto,
E le piaghe, ch'infino al cor mi vanno.
Chiamando il nome di Laura ho sparte,
E i sospiri e le lagrime e 'l desio.
Ov'io fama le acquisto, e il pensier mio,
Ch'è sol di lei, si ch'altra non v'ha parte.
E benedetto il primo dolce affanno
Benedette le voci tante, ch'io
E benedette sian tutte le carte.”
Analisi del testo del sonetto Benedetto sia 'l giorno:
In questo sonetto Petrarca racconta il luogo e
il modo in cui vide per la prima volta Laura. Non è una dichiarazione d’amore:
il poeta esprime infatti il suo dissidio interiore. Racconta il momento in cui
fu colpito dalle frecce dell’Amore. Benedice tutti i sentimenti che lo legano
alla donna concludendo che Laura è l’unica donna che può averne parte.
Leggendo
il Canzoniere, si scopre che Laura si connota anche di terrenità. Di lei il
poeta non solo traccia i caratteri fisici, ma soprattutto mette in luce lo
sconvolgimento che provoca nel amante. Le sue forme, il suo portamento, il suo
spirito: tutto è divino in lei. Quando lei è viva, è bella e rende ancor più
bello ciò che per natura è già bello: alberi, fiori, uccelli, acqua,
firmamento, paesaggio.
parole
chiave: amor congiunto= amore per laura
mia
donna= si riferisce a Laura
Figure retoriche presenti nel sonetto Benedetto sia 'l giorno:
Dal 1° al
3° verso: dal primo rigo sino a giunto è enumerazione.
Al 4° verso: dato che gli occhi non possono
legare vi è una metafora.
5° verso: enjambement
6° verso: personificazione di amore.
7° verso: anafora.
8° verso: metafora, dolore d'amore come piaga.
9° verso: enjambement.
11° verso: enumerazione per polisindeto, anafora.
12° verso: enjambement.
Spartito del Sonetto: Benedetto sia 'l giorno
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